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note geologiche dei Monti Sibillini

Note geologiche note geologiche dell'area di Barbarano Romano

di Carmine Allocca e Alessandro Arata

Carta geologica: Carta Geologica d’Italia in scala 1:100.000 foglio 143 Bracciano.

http://www.apat.gov.it/Media/carta_geologica_italia/tavoletta.asp?foglio=143

 

Figura 1 Pianta dell’abitato di Barbarano Romano (foto dall’archivio Zis)

Figura 1 Pianta dell’abitato di Barbarano Romano (foto dall’archivio Zis)

L’area è situata a SW del Lago di Vico, ad una quota media di 400 m. s.l.m.. Il Parco Regionale Marturanum si trova nel territorio della Tuscia, fu istituito nel 1984, ha una estensione di circa 1450 ettari tutti ricadenti nel Comune di Barbarano Romano di cui occupa il 40% della superficie.

Inquadramento geologico dell'area

Nell’area affiorano prevalentemente due litologie, il Tufo Rosso a Scorie Nere Vicano e i Flysch. La differente risposta meccanica agli agenti erosivi da vita a molteplici morfologie in corrispondenza delle diverse litologie. In particolare il tufo presenta delle morfologie più aspre, come il Canyon del Biedano, che delimita l’abitato di Barbarano Romano, mentre sui flysch l’erosione determina forme più morbide e versanti meno acclivi. Questi differenti comportamenti sono legati alle caratteristiche intrinseche delle litologie in gioco e alla loro genesi. Il Tufo Rosso a Scorie Nere è sicuramente il prodotto principale nella storia del vulcano vicano.

Figura 2 Esempio di perete verticale sovrastata dall'abitato di Barbarano Romano (foto di Carmine Allocca)

Figura 2 Esempio di perete verticale sovrastata dall'abitato di Barbarano Romano (foto di Carmine Allocca)

L’eruzione, datata a circa 0.15 milioni di anni, inizia con un deposito di pomici pliniane disperse a SW, seguito da colate piroclastiche pomicee grigio rosate e saldate. Ad una prima fase, con prevalente carattere pliniano, ne segue una parossistica, aperta dall'eruzione di brecce grossolane prive di elementi fini, molto ricche in litici alla base e costituite da colate di scorie parzialmente saldate verso l'alto. L'eruzione è chiusa da depositi caratterizzati da una matrice cineritico-vetrosa, di colore rosso mattone, contenente grosse scorie nere.

Il tufo ha coperto il preesistente strato di roccia sedimentaria costituita da argilla e calcare marnoso cioè il flysch. Il flysch si formò tra il Paleocene e l'Eocene (60-40 milioni di anni fa) nel mare ad una profondità compresa tra i 200 e i 1500 m.

 

Figura 3 Stralcio della carta geologica dell'area, con l'ubicazione di Barbarano Romano (rosso) e la traccia della  sezione geologica (verde),riportata al di sotto della carta.

Figura 3 Stralcio della carta geologica dell'area, con l'ubicazione di Barbarano Romano (rosso) e la traccia della sezione geologica (verde),riportata al di sotto della carta.

 

Idrogeologia del complesso Cimino Vicano

I complessi vulcanici Cimino e Vicano costituiscono un sistema avente una propria individualità idrogeologica. Il sistema ha una estensione di circa 900 km2 ed è costituito da rocce vulcaniche o vulcanoclastiche permeabili per porosità e fessurazione che danno luogo ad una esteso acquifero di base spesso da alcuni metri ad alcune decine di metri e più falde sospese. La falda di base ha un deflusso radiale centrifugo con recapiti principali verso i torrenti soprattutto a SE, ad W ed a N e travasi verso gli acquiferi adiacenti nel settore orientale verso i depositi alluvionali del Tevere (tranne nella parte nord orientale). Le acque orientali sotterranee alimentano i torrenti Biedano, Rigomero e Leia. Le trasmissività sono comprese tra 10-6 e 10-2 m2/s sintomo di notevole eterogeneità del mezzo e del complicato assetto giaciturale. I valori più elevati di trasmissività sono stati registrati nel settore sud orientale. Il flusso idrico sotterraneo ha una portata compresa fra 5 e 7 m3/s.

Questi flussi per la modesta superficie del lago hanno una non trascurabile influenza sul bilancio medio annuo (26%). Il livello, sempre a causa della piccola superficie, risente in maniera rilevante delle modalità di regolazione dell’afflusso dell’emissario. La conducibilità idraulica dei suoli vicani è compresa tra 10-5 e 10-7 m/s. Il bilancio idrogeologico del lago di Vico ha carattere preliminare in quanto mancano serie storiche aggiornate dei livelli del lago, dei deflussi dell’emissario e dei prelievi artificiali.

Quota media della superficie del lago: 510 m s.l.m.

Profondità max: 44m

Superficie media del lago: 12 km2

Superficie del bacino imbrifero (lago escluso): 28.84 km2 (x106=m2)

Superficie del bacino idrogeologico (lago escluso): 29.39 km2 (x106=m2)

L’area e caratterizzata dalla presenza di prodotti vulcanici e vulcanoclastici con differente grado e tipo di permeabilità sovrapposti ad un substrato poco permeabile di tipo sedimentario. A grande scala si riconosce un acquifero vulcanico multistrato con rendimento medio di circa 0.009 m3/s x km2. (Boni et Al. 1986) Nelle vulcaniti in realtà esiste un insieme di falde sospese difficilmente caratterizzabili e un acquifero di base che poggia sui sedimenti pliocenici e pre-pliocenici  con elevata potenzialità idrica. Le sorgenti più importanti si trovano ai limiti della struttura idrogeologica, nel basso corso dei torrenti che incidono radialmente il distretto cimino-vicano.

Il lago è dotato di un emissario sotterraneo artificiale realizzato molto probabilmente in epoca etrusca o romana e successivamente riparato e usato dai Farnese nel 1500. L’emissario da origine ad un corso d’acqua, il Rio Vicano, che confluisce nel fiume Treia, affluente del Tevere.

L’area è caratterizzata dalla presenza di prodotti vulcanici e vulcanoclastici con differente grado e tipo di permeabilità sovrapposti ad un substrato poco permeabile di tipo sedimentario. A grande scala si riconosce un acquifero vulcanico multistrato con rendimento medio di circa 0.009 m3/s x km2. (Boni et Al. 1986) Nelle vulcaniti in realtà esiste un insieme di falde sospese difficilmente caratterizzabili e un acquifero di base che poggia sui sedimenti pliocenici e pre-pliocenici  con elevata potenzialità idrica. Le sorgenti più importanti si trovano ai limiti della struttura idrogeologica, nel basso corso dei torrenti che incidono radialmente il distretto cimino-vicano.

Il lago è dotato di un emissario sotterraneo artificiale realizzato molto probabilmente in epoca etrusca o romana e successivamente riparato e usato dai Farnese nel 1500. L’emissario da origine ad un corso d’acqua, il Rio Vicano, che confluisce nel fiume Treia, affluente del Tevere.

In generale si riscontra un adattamento dalla superficie piezometrica alla topografica. Nella zona N del bacino imbrifero si ha l’ingresso di acque sotterranee nel lago di Vico, anche dall’esterno del bacino stesso perché in tale porzione lo spartiacque sotterraneo non coincide con quello superficiale ma risulta arretrato. Nella zona S invece la direzione del flusso delle acque sotterranee mostra una alimentazione da parte del lago delle stesse ed in generale si riscontra una certa corrispondenza tra spartiacque sotterraneo e superficiale, anche se i dati a disposizione sono molto scarsi. La coincidenza tra spartiacque sotterraneo e superficiale è stata estesa anche per i settori W ed E del lago anche se in tali zone non sono presenti molti pozzi su cui effettuare misure.

Il bilancio idrogeologico è calcolato in base ai dati disponibili che coprono un periodo dal 1954 al 1996. In particolare si nota che nel 1958 il livello del lago si è bruscamente sollevato ma visto che non sono note le causa di tale fenomeno si preferisce ignorare i data precedenti al 1959. Inoltre il livello del lago tra il 1959 ed il 1996 si è mantenuto costante.

Precipitazioni su specchio del lago e bacino imbrifero: 1.065 m/anno (stazioni di Ronciglione, Viterbo, Caprinica, Soriano, Orte)

Evapotraspirazione reale su bacino imbrifero: 0.602 m/anno

Acque sotterranee che arrivano al lago dall’esterno del b. imrif. : 0.39x106 m3/anno

Evaporazione dallo specchio lacustre: 1.051 m/anno

Deflussi dall’emissario: 11.83x106 m3/anno

Emungimenti dal lago: 0.66x106 m3/anno

Il bilancio idrogeologico medio annuo mostra un sostanziale pareggio tra le entrate e le uscite di flussi idrici dal lago ( +2.2. e -2.2).

Il 50% delle risorse idriche del lago sono date dal ruscellamento idrico superficiale e dall’ infiltrazione nel bacino imbrifero, mentre il contributo delle acque sotterranee extra-bacino imbrifero è piuttosto esiguo ad indicare che non c’è molta differenza tra bacino imbrifero ed idrogeologico.

Il 44% delle uscite è rappresentato dai deflussi dell’emissario e dall’evaporazione dello specchio d’acqua, mentre le uscite sotterranee ed i prelievi non superano il 10%.

Il tempo teorico di rinnovamento del volume del lago è pari circa a 22 anni.

Clima

La differente geologia dell'Area Protetta genera anche una non trascurabile differenza climatica. Nei valloni stretti, alti e fitti di vegetazione c'è sempre una notevole umidità data da acqua che difficilmente riesce ad evaporare; nella zona del Quarto, più ventosa, aperta e con le impermeabili argille che trattengono la poca acqua, il clima diventa decisamente arido. I due microclimi brevemente descritti possono però riassumersi in un clima umido mesotermico con moderato deficit estivo. La temperatura media di Barbarano Romano è di 13° C e la piovosità è di circa 1.050 mm.

 

Le nostre fonti:

http://www.riservavico.it/aspettigeologici.html

http://www.associazionelasa.it/index.php?module=etruria